Stazione Salvator Rosa
Metro Linea 1
Atelier Mendini | 2001
La stazione di Salvator Rosa, progettata dall’Atelier Mendini, è stata aperta al pubblico nell’aprile del 2001. La stazione nasce dalla stretta collaborazione tra architetti e artisti: le opere d’arte, all’interno e nell’ampio giardino terrazzato, dialogano con gli spazi architettonici e con le testimonianze del passato. Il risultato, come ha detto lo stesso Alessandro Mendini, è un’opera estetica globale che coinvolge profondamente il cittadino e fa da palcoscenico alla sua vita quotidiana.
L’area circostante la stazione ha beneficiato di una profonda riqualificazione che ha riportato allo splendore i resti di un ponte romano e una graziosa cappella neoclassica e ha valorizzato i palazzi circostanti, trasformandoli in opere d’arte, grazie all’intervento di artisti come Mimmo Rotella, Ernesto Tatafiore, Mimmo Paladino, Renato Barisani e Gianni Pisani.
I diversi livelli del parco sono collegati anche attraverso una lunga scala mobile esterna, che conduce al piazzale dei giochi, progettato da Salvatore Paladino e Mimmo Paladino. Sul pavimento, a intarsi in travertino su pietra lavica, sono stati realizzati tre giochi praticabili, il tris, la campana e il labirinto. Un richiamo al gioco, con i loro vivacissimi colori, sono anche le sculture ludiche di Salvatore Paladino. Nello stesso piazzale, ma in posizione più appartata, si trova la monumentale “mano” di Mimmo Paladino. L’intero percorso esterno è punteggiato dalle opere di alcuni tra i protagonisti dell’arte contemporanea: Renato Barisani, Augusto Perez, Lucio Del Pezzo, Nino Longobardi, Riccardo Dalisi, Alex Mocika, Ugo Marano.
L’edificio della stazione è caratterizzato da un fantasioso eclettismo. La parte fuori terra, dalle linee essenziali e rivestita da marmi dorati, riprende nella successione delle ampie arcate l’analogo motivo del vicino ponte romano, la guglia in acciaio e vetri colorati sembra rimandare ad un mondo fiabesco, mentre i tunnel delle scale mobili rivestiti d’acciaio ci proiettano in un futuro da fantascienza.
Lungo il percorso che all’atrio conduce alla banchina è possibile ammirare le installazioni di Raffaella Nappo, Enzo Cucchi, LuCa, Santolo De Luca, Quintino Scolavino, Natalino Zullo. Perino&Vele, Anna Sargenti.
La stazione è dotata anche di una seconda uscita a valle di via Salvator Rosa (aperta nel dicembre 2002), la cui presenza è segnalata da un’altra guglia dell’Atelier Mendini, posta al centro di un piazzale. Il basamento della guglia è ricoperto dai rilievi in ceramica di Enzo Cucchi, raffiguranti alcune icone dell’immaginario partenopeo, mentre poco distante un altro simbolo della città, il Pulcinella di Lello Esposito, con sfrontata curiosità, “guarda dall’alto la strada, osserva il mondo e la vita”.
Alle sue spalle, il palazzo che fu abitato da Giovanni Capurro, autore di ‘O sole mio, è arricchito da una serie di stendardi colorati e da una scenografica pioggia di raggi dorati, opera di Mimmo Paladino.
Testo | Maria Corbi
Foto | Luciano Romano, Archivio ANM
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